La Z dolce o sonora

La “z” dolce o sonora italiana è quella usata per pronunciare il vocabolo zero e deriva spesso dalla “-di-” seguita da vocale del latino classico.

Esempi:

prandium –> pranzo,

radius –> razzo.

La lettera “z” ha suono dolce o sonoro nei seguenti casi:

1 Nei suffissi dei verbi in “-izzare”

Esempi:

organizzare, penalizzare, coalizzare, concretizzare, carbonizzare, sinterizzare, sintetizzare

2 Quando è lettera iniziale di un vocabolo ed è seguita da due vocali

Esempi:

zaino, zuavo, zoologo

3 Eccezioni (“z” aspra o sorda): «nel vocabolo zio e suoi derivati che rientrano nella regola della zeta aspra o sorda perché presentano la vocale “i” seguita da un’altra vocale.

4 Quando è lettera iniziale di un vocabolo e la seconda sillaba inizia con una delle consonanti cosiddette sonore “b”, “d”, “g”, “I”, “m”, “n”, “r”, “v”

Esempi: zebra, zodiaco, zigote, zelante, zummare, zenzero, zero, zavorra

5 Eccezioni (“z” aspra o sorda):

nei vocaboli zanna e zazzera

nel vocabolo zigano perché in realtà deriva dal termine caucasico “tzigan”.

6 Quando è semplice in mezzo a due vocali semplici

Esempi:

azalea, azoto, ozono, Ezechiele, Azeglio, nazareno

Eccezioni (“z” aspra o sorda): «nel vocabolo nazismo.